oriental spa

oriental spa

oriental spa, residence du parc. torino, italy| 2008


project by: alessandra raso, stefano testa / CLIOSTRAAT


ORIENTAL SPA / RESIDENCE DU PARC
Torino, Italia

A proposito del Residence Du Parc

La Torino centrale è forte di omogeneità e anche le anomalie vanno spesso a braccetto col contorno. Quando non è così, specie se “l’intruso” è “moderno”, il popolo muove in sommossa.

Il Du Parc non ci pare sia mai stato oggetto di riprovazione.
Eppure è uno degli oggetti urbani più moderni della città. Tra colleghi amici più volte si è chiaccherato: .

E’ un edificio forte, durissimo, eppure così elegante che nessuno se ne accorge. Non appare anomalo. E’ perfetto lì dov’è. E tutti lo apprezzano senza il bisogno di dirlo. Ecco: la ricetta del Moderno felice tanto raro. Avete presente la Rinascente di Albini a Roma? La schiatta è quella lì; con la differenza che a Torino il carattere è – ovviamente – più ritenuto, sobrio. Diremmo per questa via ancora più contemporaneo.

Questo: da fuori. Poi ti avvicini, sbirci dal marciapiede e già la spazialità della hall ti intriga promettendo nuove sorprese. Se poi azzardi ed entri deciso capisci perchè i commenti sull’esterno non si sprecano: te ne dimentichi per affanno emotivo. C’è un Pusole grandissimo che ti squadra dal soppalco, stretto tra Pisano e altri amici. Un’occhiata verso il banco della reception e la pupilla inciampa ripetutamente: Accardi Penone Boetti Pistoletto Sighicelli Arienti … Insomma una specie di scatola delle meraviglie. E che scatola! La città e la sua luce entrano dal vetratone su corso Massimo, il marciapiede un piano più su del pavimento della hall a doppia altezza. Le lame trasversali dei pilastri in calcestruzzo impostano il ritmo, pacato, se non fosse per la compressione formidabile del vassoio ammezzato. Al di là, di nuovo luce morbida di vegetazione: nel cortile sul retro. L’avventura continua ma qui non è posto per raccontarla; meglio tentarla in prima persona.

La qualità e i modi della scatola architettonica continuano insomma negli interni. Nell’insieme e nel dettaglio. Senza invenzioni roboanti di tanta stararchitettura contemporanea. Piuttosto quel rigore razionale applicato con composizione sapiente, di musica spaziale – e di capacità costruttiva schietta, che assembla gli elementi puliti giocandosi al meglio ogni attacco, ogni confine tra materiali.
Cotanta secchezza, ci rendiamo conto, può risultare ostica per gole poco allenate: ecco forse il perchè una gestione che vuole accogliere un pubblico variegato ha pensato di “umidificare” un po’ l’ambiente. Ed ha allestito una spa.

Progettare questo allestimento ha significato per noi fare i conti con l’idea positiva che abbiamo dell’edificio del Residence. Il risultato è che la spa è “nel” Residence. Cioè che questo fatto si percepisce tangibilmente. C’è un rapporto tra ciò che si è aggiunto e ciò che già c’era. Un rapporto che abbiamo tentato felice. Sull’esito, è importante che i visitatori si esprimano. E’ un luogo pensato e costruito per un’esperienza che ha bisogno del tempo e di una sensorialità dilatata. Per questo il giudizio del visitatore che “usa” è quello che ci interessa…

Usciamo. Ancora un’occhiata all’insù. . .

Alessandra Raso, Stefano Testa / Torino / 27 dicembre 2007

progetto:
CLIOSTRAAT

architetti incaricati:
Alessandra Raso, Stefano Testa

con:
Ing Luigi Sobrero – strutture
Curcio & Remonda – impianti tecnologici

Committente
Monteglio S.p.A. / Residence Du Parc

Incarico svolto
Progetto Preliminare, Definitivo, Esecutivo, Direzione Lavori

Calendario
2008

Superficie utile
600 mq

Importo delle opere
€ 908.000,00